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Massimiliano Finazzer Flory – Spettacolo “Visse d’arte, visse d’amore. Aspettando Giacomo Puccini”

Puccini25-2-25©RosannaCalò048

«La musica di Puccini ha pietà dell’amore e della morte, e, insieme, ha dell’uno la nostalgia e dell’altra uno stupore accorato e rassegnato»: così scriveva il Corriere della Sera in occasione dell’inaugurazione del Teatro Puccini a Milano nel 1930. I meandri infiniti dell’amore, nei quali si mescolano fantasia e realtà, sentimento e perversione, illusione e sfida, eternità e precarietà hanno caratterizzato in maniera indelebile la musica e il teatro di Giacomo Puccini, dall’astrazione sonora del Capriccio sinfonico al sacrificio umanissimo del personaggio della schiava Liù nella Turandot. Rappresentando eros e thanatos con una sicurezza musicale e teatrale infallibile e una sensibilità spiccata per le loro tragedie, Puccini svela la nuda fragilità dell’uomo e traghetta l’opera italiana dalla fase delicata del melodramma di fine Ottocento al teatro moderno.

La messa in scena dello spettacolo ha come tema la comunicazione. L’epoca di Puccini attraversa una rivoluzione che si chiama radio e che fu possibile anche grazie ad invenzioni come il telegrafo e il telefono elettrico con due italiani sugli scudi: Meucci e Marconi. In particolare, questa rivoluzione ha segnato anche i costumi della gente e la radio divenne il primo strumento per incontrare la musica, la lirica, e Puccini. Tutto questo in America, e a New York, fu davvero decisivo per tenere insieme la lingua e due continenti in nome dell’opera lirica. Lo spettacolo, dunque, si cala in questo contesto e immerge il pubblico come spettatore di un programma in diretta che racconta Puccini e lo vive su due piani: la prosa e il concerto.

Uno spettacolo come guida all’ascolto tra musica, canto, teatro per restituire non solo la storia del compositore ma anche la storia dell’uomo, in particolare il suo rapporto con la critica, l’opinione pubblica e il territorio.

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Visse d’arte, visse d’amore

Spettacolo in lingua italiana –

di e con Massimiliano Finazzer Flory

Asako Watanabe, pianoforte

Elisa Maffi, soprano

Durata: 80′ senza intervallo

In collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi e l’Associazione Amici del Loggione del Teatro alla Scala

  • Organizzato da: Istituto italiano di Cultura di Parigi
  • In collaborazione con: Archivio Storico Ricordi, Associazione Amici del Loggione del Teatro alla Scala