Negli anni Trenta, in occasione di un congresso internazionale del Pen club, l’allora presidente Paul Valery si felicitava di vedere come la diversità linguistica fosse in realtà il comune denominatore dei congressisti. Al giorno d’oggi, non si tratta più di celebrare le differenze esotiche tra le lingue in un dialogo interculturale vuotato di sostanza, ma di fare di tale alterità, su cui si fonda lo stesso atto della scrittura, il luogo « qualunque » della Weltiteraur già auspicata da Goethe. Si tratta di riunire gli scrittori che hanno come caratteristica comune l’attraversamento di frontiere linguistiche, geografiche e disciplinari ; una comunità di artisti transculturali, spesso ridotta alla sua appartenenza nazionale, che in realtà già si muove in territori che funzionano come le grandi metropoli moderne. Scrittori, ricercatori, traduttori, editori che hanno intrapreso questo cammino sui due fronti delle Alpi, sono chiamati a confrontarsi sulla nozione di diversità letteraria intesa nella sua polisemia, tra traduzione e migrazione.
Con la partecipazione di Linda Maria Baros, Adrián Bravi, Andreas Becker, Fulvio Caccia, Sylvestre Clancier, Françoise Coulmin, Malik Diarra, Rocio Durán-Barba, Ugo Fracassa, Gian Paolo Furgiule, Andrea Genovese, Corinna Gepner, Sebastiano Grasso, Marie-José Hoyet, Andrea Iacovella, Mia Lecomte, Emmanuel Pierrat, Philippe Pujas, Antoine Spire, Jean-Charles Vegliante.
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