Care amiche e cari amici dell’Istituto italiano di cultura di Parigi,
Tra qualche giorno, dopo quattro anni, lascerò il mio incarico di Direttore. Avrei voluto salutarvi di persona nei locali dell’Hôtel de Galliffet con un ultimo gioioso concerto, ma la situazione sanitaria, come sapete, non lo consente. Lo faccio quindi con questo messaggio che spero vi trovi innanzitutto in salute.
Il quadriennio che si sta concludendo è stato un periodo intenso e ricco d’incontri, scoperte e sorprese, in cui abbiamo cercato di proporvi il meglio della cultura italiana, mostrandovene l’eccellenza, la profondità e la diversità che da sempre la caratterizzano. Insieme a tutto il personale dell’Istituto, che qui ringrazio ancora una volta per la preziosa e indispensabile collaborazione, abbiamo cercato di rendere l’Hôtel de Galliffet un luogo aperto, vivo e dinamico, dove la parola cultura potesse diventare una realtà concreta e accessibile a tutte e tutti. Sta a voi giudicare se ci siamo riusciti.
Vorrei, intanto, ringraziarvi per l’affetto, la costanza e la passione con cui ci avete seguito e accompagnato, affollando le nostre manifestazioni e frequentando i corsi di lingua e la biblioteca. In questo ultimo anno, purtroppo segnato dalle preoccupazioni e dalle conseguenze della pandemia di Covid-19, la vostra attenzione e il vostro sostegno sono stati per noi un importante stimolo a svolgere sempre meglio e in ogni situazione la nostra missione.
Nel lasciare la direzione a chi mi succederà – a cui naturalmente auguro grandi successi e molte soddisfazioni – vi invito a continuare a frequentare l’Hôtel de Galliffet, perché sono la vostra presenza e la vostra partecipazione che danno un senso al nostro lavoro, facendo dell’Istituto Italiano di Cultura un luogo di scambio e dialogo tra l’Italia e la Francia, un luogo dove la cultura diventa un’esperienza condivisa e in continuo movimento.
Vi saluto, dunque, e vi lascio con un video che potete guardare qui e la pubblicazione “Quattro anni di cultura all’Hôtel de Galliffet”, che potete sfogliare qui, e che provano a riassumere, almeno in parte, l’avventura culturale vissuta insieme.
Arrivederci,
Fabio Gambaro