La guerra dei vulcani (Italia, 2012, 53′, vostf)- regia Francesco Patierno
Nel 1950, le isole Eolie servirono da scenografia sia per le riprese di “Vulcano” con Anna Magnani, appena abbandonata da Rossellini, sia per “Stromboli, Terra di Dio” che porterà alla relazione artistica e sentimentale tra Bergman e Rossellini. “La guerra dei vulcani” è un documentario basato su numerosi archivi che descrivono questa intensa e drammatica storia d’amore, intreccio di melodramma personale e cinema che fu’ stato seguito dai media di tutto il mondo : una straordinaria avventura che racconta anche, in filigrana, la vita di una terra vulcanica, arida, isolata, portata improvvisamente alla luce dalle stelle del cinema.
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Le film è accessibile dal 2 aprile alle 7per una durata di 48 ore .
Nel 1949 Rossellini è all’apice del successo e condivide la vita artistica e affettiva con Anna Magnani, una vita fatta di continui litigi e piccole scaramucce tra amanti dal carattere impossibile come il loro. Un amore, il loro, destinato a durare ancora per poco. E’ davvero il destino a volerlo e a intervenire.
Una lettera inviata da Ingrid Bergman, dea e diva del momento, alla Minerva, casa di produzione di Rossellini un anno prima, non brucia durante un incendio che distrugge l’intero archivio della produzione, e viene recapitata al regista.
La Bergman in quella lettera rivela tutta la sua stima per il Maestro. E’ allora che Rossellini, già notissimo tombeur de femme, fa il colpo del secolo: tradisce e abbandona la Magnani e in breve diventa l’amante della diva mondiale più amata degli anni ’50: Ingrid Bergman. A sancire il loro amore, la collaborazione artistica per il film “Stromboli”, di cui la Bergman è protagonista assoluta. Anna Magnani è furente, e come è nella sua natura non desiste e prepara la vendetta. L’arma con cui cercherà di piegare e umiliare Rossellini, così da ripagarlo con la stessa moneta, le viene forgiata appositamente dal destino e, non a caso, ha la forma di un film, “Vulcano”, una produzione cinematografica che diventerà una sfida a distanza ravvicinata da combattere sul campo comune delle assolate Eolie del dopoguerra.
Da una parte, Roberto Rossellini, il regista più corteggiato e imitato al mondo, padre antelitteram della Nouvelle Vague, dall’altra, Anna Magnani, l’attrice simbolo dell’Italia che vuole rinascere. Un’attrice unica e una donna ferita che ha fame di vendetta, affermazione internazionale e che rappresenta, ovunque vada, la paladina dell’onore nostrano umiliato dalla scelta di Rossellini di abbandonarla. Tra di loro, come un cuneo appuntito, Ingrid Bergman, la diva per antonomasia, la più grande interprete planetaria del dopoguerra, una giovane madre svedese che, fino a quel momento, aveva rappresentato per gli USA l’integrità morale di un’intera generazione.
“La guerra dei vulcani” è una storia di ira, sofferenza e amore che è anche la storia di Stromboli, una terra di Dio dimenticata, che, per i tre mesi, della durata delle riprese, diventa il centro del mondo.
I protagonisti: Roberto Rossellini: un borghese romano, pigro per sua stessa ammissione, lunatico, opportunista. Un genio. Un conte Max in carne e ossa che millanta sicurezza ma, in realtà, è solo un adulto fragile come un bimbo confuso privo di orientamento e educazione morale. Come i grandi miti ellenici, ama solo sè stesso, circondarsi di donne e riempire d’attenzioni i figli adorati. Sviluppa tre o quattro progetti per volta, lavora senza sceneggiatura e senza attori professionisti, ama l’indipendenza e odia le regole del jet set. Il suo personaggio è tuttavia molto umano e maledettamente connaturato con la sua terra d’origine. Come Ulisse, Rossellini è il prototipo dell’uomo mediterraneo: scaltro e surreale, geniale e al tempo stesso ingenuo, capace di grandi passioni, di grandi momenti di generosità, di grandi imprese come di piccole meschinità.
Anna Magnani: diva, presuntuosa, geniale, violenta, è l’attrice che tutti vorrebbero essere. E lei lo sa bene. Passionale, romana all’ennesima potenza, schietta, fragile, volgare e priva di ogni eleganza per scelta, preparata e fortemente consapevole del personaggio che vuole interpretare. Amante dei cani, di cui piace circondarsi, disprezza la presenza umana a meno che non si tratti di frequentazioni scelte con cura. Anna è distaccata e si sente superiore, si sente la migliore, ma forse, è solo una maschera con cui si difende da una realtà che spesso non accetta.
Ingrid Bergman: la diva per eccellenza. Una donna apparentemente insicura. Nel momento in cui incontra Rossellini è legata a un marito che non ama, che la domina e la controlla. Rossellini è per lei, anche una via di uscita. Inoltre la Bergman è schiacciata dal ruolo che l’opinione pubblica statunitense le ha costruito intorno. L’immagine di madre integerrima, di rigida ragazza svedese, di fiore all’occhiello della cinematografia USA, ligia al dovere e alla famiglia. Un ruolo che contrasta con la sua umanissima tendenza all’imperfezione. Il suo viaggio in Italia, la sua discesa a Stromboli, saranno lo specchio di un profondo viaggio in sé stessa. Tra la gente comune, tra i sorrisi veri degli stromboliani, in mezzo a ragazze che sono l’antitesi delle donne di Hollywood. Sull’isola Ingrid diretta, amata e conquistata dal padre del neorealismo, cresce, trasformandosi nel personaggio che interpreta in Stromboli e, ormai sull’orlo del cratere, decide di riprendere la sua vita in mano, di diventare padrona del suo destino e di non vergognarsi più di ciò che è, di imparare a distinguere tra finzione e mondo reale.
“La guerra dei Vulcani” racconta un pezzo di storia del cinema italiano e mondiale, una storia intensa e senza tempo come il luogo in cui si svolge.