“È tanto alla sua costante ricerca di nuove forme, quanto alla sua audace immaginazione cheil romanziere Italo Calvino – per non dire il narratore e saggista – deve il suo posto all’avanguardia della letteratura contemporanea. Il gusto per la sperimentazione, il rifiuto di ripetersi e lo spirito ludico hanno portato l’autore de Il sentiero dei nidi di ragno molto lontano dal “neorealismo” degli esordi: pochi scrittori hanno giocato con una tale varietà di registri. È sorprendente, a prima vista, che l’autore del favoloso Barone rampante (1957) sia anche l’autore del meditativo Palomar (1983), e che al realismo poetico di Marcovaldo (1963) abbiano fatto seguito i giochi combinatori delle Città invisibili (1972) e di Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979).
Eppure queste opere così diverse nascono tutte dalla stessa esigenza. Dallo stesso rifiuto della biografia e dell’autofiction; dallo stesso desiderio di comprendere la complessità del mondo, rifiutando interpretazioni univoche; dalla stessa convinzione che la letteratura, tenendosi a dovuta distanza, possa avere un impatto sulla realtà. Nel suo modo giocoso e singolarmente inventivo, combinando la serietà con l’ironia, Calvino supera i confini tradizionali del romanzo: a volte reindirizzando il romanzo verso il racconto e la favola, a volte, al contrario, associandolo, come erede dell’Illuminismo, alla ricerca scientifica. In Calvino, immaginazione e ragione hanno intessuto un’esemplare alleanza.”
Yves Hersant