Napucalisse di Mimmo Borrelli
[in lingua italiana]
In “Napucalisse” di Mimmo Borrelli la lingua è danza, trance, rito pagano, sudore e colata di lava insieme: uno sguardo sulla desolazione della nostra epoca. Il ribollio solfureo della terra natale, i Campi Flegrei di Napoli, confluisce nel suo teatro, tanto nell’opera scritta che nella recitazione. Il suo testo fa dialogare tre personaggi emblematici di questa città: il Vesuvio, “Montagna di lava dalle cento lingue”, Pulcinella o l’uomo colto, che sostiene la causa di una città indifendibile, e l’“Assassino del cartone”, colui che vive la città chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie. Il magma, le fiamme, la lava sono la quintessenza di Napoli, ardente e assassina, di una bellezza sconcertante ma devastata; riprende vita in una lingua contorta come il corpo dell’attore in scena. Accompagnato dal musicista Antonio Della Ragione, Borrelli, esagerato come la sua città, invade la scena con parole, visioni e invettive.
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