Fin dagli anni Sessanta il romanzo giallo ha trovato nella città di Milano l’ambientazione ideale. Da Giorgio Scerbanenco a Renato Olivieri, da Hans Tuzzi ad Alessandro Robecchi, numerosi scrittori hanno scelto questo genere letterario per raccontare la realtà complessa e stratificata del capoluogo lombardo. Fra criminalità organizzata e violenza politica, illegalità finanziaria e nuove mafie, il giallo imbocca le strade più originali. Ne discuteremo insieme a tre giallisti d’eccezione: Gianni Biondillo, autore di numerosi romanzi tra cui “I materiali del killer” e “L’incanto delle sirene” (Métailié), la cui azione si svolge nel mondo della moda; Piero Colaprico, giornalista investigativo per il quotidiano “La Repubblica” nonché autore di una dozzina di romanzi gialli (il più recente dei quattro già tradotti in francese è “La valigetta dell’usuraio”, Éditions Rivages). Il suo ultimo romanzo, “La strategia del gambero” (Feltrinelli) sarà presto pubblicato in Italia. Infine, Massimo Nava, a lungo inviato speciale per “Il Corriere della Sera”, ha appena pubblicato in Francia “Il mercante di quadri scomparsi” (Éditions des Falaises), un romanzo poliziesco ambientato nel mondo dell’arte.
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