Cristo si è fermato a Eboli è il libro più famoso di Carlo Levi. Pubblicato nel 1945, egli narra la sua esperienza al « confino » durante il fascismo, in un piccolo paese della Basilicata. Testo autobiografico e politico, il libro denuncia le condizioni drammatiche del sud Italia, e allo stesso tempo racconta un viaggio alla scoperta della cultura contadina di una regione dimenticata dallo Stato italiano. Nel 1979, Francesco Rosi realizza un film magnifico con Gian Maria Volonté che ottenne diversi premi. Questa sera, in occasione dell’esposizione «Carlo Levi, pittorre-scrittore tra Parigi e Matera» che si può momentaneamente visitare all’Istituto, abbiamo invitato Davide Luglio, professore all’Università Paris-Sorbonne, e Riccardo Gasperina Geroni, ricercatore all’Università di Bologna e autore di Il custode della soglia.
Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi [Italia, 1979, 150’, vostf]
Carlo Levi, medico e scrittore, è condannato dal governo fascista a tre anni di residenza sorvegliata a Eboli, un piccolo paese arroccato su una collina desolata. I paesani apprendono che Carlo è medico e disputano per consultarlo, ma la legge gli impedisce di esercitare il suo mestiere. Poco a poco si tessono legami tra il militante antifascista e i paesani. Il film fu girato negli stessi posti in cui Carlo Levi visse in Basilicata, a Aliano e nei dintorni della regione.
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