La voce viva di Dante. Un omaggio a Jacqueline Risset, a dieci anni dalla sua scomparsa
Con Silvia Baron Supervielle e René de Ceccatty
Dopo l’improvvisa scomparsa di Jacqueline Risset (1936-2014), grande traduttrice di Dante e splendida poeta, Silvia Baron Supervielle, nata sulle rive del Rio de la Plata ma che ha scelto la lingua francese, ha raccontato la loro amicizia “in extremis”. Un incontro tardivo che ha permesso a questi due grandi amanti della letteratura di condividere la passione per la poesia, attraverso i loro esili scelti, uno in Francia, l’altro in Italia.
René de Ceccatty, lui stesso traduttore di Dante, non ha mai smesso di ammirare la sua illustre predecessora, la cui opera personale, in poesia e in prosa, in italiano e in francese, è stata pari a quella a cui ha dedicato la sua vita e a cui ha dato un’incomparabile brillantezza, moderna, accessibile e profonda, pur conservando la sua modernità senza tempo.
Una conversazione tra Silvia Baron Supervielle e René de Ceccatty, intervallata da letture, prosegue un dialogo infinito con l’amica scomparsa.
“Quello che chiamo momento è un tentativo maldestro di vivere più pienamente questo tessuto in fuga. Tentativi… Le opere più grandi, le più audaci, non sono in realtà altro. L’amore è il grande veicolo. Jacqueline Risset, Les instants les éclairs (Gallimard, “L’infini”, 2014)
“Mi sembra che qui, alla distanza in cui mi trovo, nessuna cosa, nessuna persona, nessun ricordo, possa sprofondare nell’assenza. Copio le poesie di Jacqueline sui fogli delle mie. Lei traduce se stessa e io traduco lei. Lei scrive a me e io scrivo a lei. E quando lei mi scrive, io scrivo a lei”. Silvia Baron Supervielle, Chant d’amour et de séparation (Gallimard, 2017)
Istituto Italiano di Cultura (50 rue de Varenne, 75007 Paris)