Il duo formato da Paolo Fresu e Bojan Z (Bojan Zulfikarpasic) è nato in occasione di una carte blanche di tre giorni offerta a Paolo dal celebre New Morning parigino. Il club, volendo omaggiare Miles Davis, ha chiesto al trombettista (nell’autunno del 2001), se sarebbe stato in grado di presentare un progetto, sostanzialmente dedicato al grandissimo musicista di Aalton, nella difficile forma del duo. Nella tre-giorni che ne scaturì, il duo composto con Bojan Z, ormai da anni, tra i più intelligenti e moderni pianisti operanti nella metropoli francese, fece registrare un successo raro. Entro il classico triangolo “standard – brani originali e libera improvvisazione”, la musica del duo sembra fluire con naturalezza massima, spinta da una parte dalla sorprendente ed esaustiva energia del pianista di Belgrado e, dall’altra, dalla sempre magica naturalezza musicale di Fresu.
**
PAOLO FRESU
Probabilmente non serve più presentare un musicista così importante e conosciuto quale Paolo Fresu.
Onnivoro in tutti i sensi e aperto a 360° verso tutto ciò che è arte e cultura, il trombettista sardo che da poco ha girato la boa dei Sessanta, vanta un curriculum sinceramente sorprendente per un musicista italiano, avvicinandolo semmai ai pochi globe-trotter culturali che hanno fatto del viaggio e di mille esperienze diverse la loro ragione d’essere primaria. Dai tempi della banda musicale del suo piccolo paese sardo agli studi con Bruno Tommaso, dai Seminari di Siena Jazz ai grandi premi e riconoscimenti internazionali conquistati, dalle Lauree Honoris Causa dell’Università Bicocca di Milano e della Berklee School of Music americana alla oggi ex-presidenza della Federazione del Jazz italiano, dall’impegno sempre solidale ad ampio spettro nel mondo dello spettacolo ai quasi cinquecento dischi incisi lungo una carriera che ha ormai superato i quarant’anni, Paolo è ormai davvero diventato un importante e riconosciuto personaggio stimato in vari ambiti della vita pubblica e sociale del nostro paese.
Per citare collaborazioni e festival che lo hanno visto protagonista bisognerebbe stilare una lunga lista comprendente un’altissima percentuale dei nomi top della storia del jazz moderno e il 99% delle più importanti manifestazioni dedicate sul pianeta alla musica afroamericana contemporanea. Il suo impegno è implacabile e stakanovista. Basterebbe citare i trentasei anni di direzione del suo festival Time in Jazz che ogni estate richiama migliaia di appassionati in Sardegna o la sua etichetta Tǔk Music, nata quasi tre lustri fa, fiore all’occhiello delle migliori esemplificazioni di gestione di un’impresa davvero culturale capace di dare voce a decine di nuovi protagonisti dell’attuale entourage jazzistico. Se a questo si aggiungono la lunga attività didattica, le tante sue escursioni nei campi della
musica classica, dell’arte pura, del cinema, della televisione, della danza, del teatro e il suo impegno sociale per Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Emergency, Fondazione Francesca Rava, Asia e Unesco (per la quale nel 2016 e 2017 è stato Ambasciatore per i giovani italiani) il cerchio di una davvero rara, intelligente, coerente e cristallina personalità è presto delineato.
BOJAN Z
Musicista pluripremiato, Bojan Z (per Zulfikarpašić), da molti anni patrocinatore del festival Jazzycolors, è nato nell’ex Jugoslavia nel 1968. È cresciuto in un ambiente in cui la musica era un’attività quotidiana. Bojan Z ha un senso dello stile molto particolare, che sembra sempre sfuggire alle classificazioni. Mescola e distorce senza soluzione di continuità il suo variopinto bagaglio musicale, che spazia dalla sua solida formazione classica al folklore balcanico, alla musica brasiliana e ai Beatles, al blues e al jazz. Sempre pronto ad avventurarsi fuori dai sentieri battuti, senza mai perdere la sua aderenza alla melodia e alla forma, Bojan Z è senza dubbio uno dei più notevoli talenti singolari della scena jazz europea.
**