Nel 1492, per la prima volta, davanti ai marinai si spalanca un oceano sconosciuto: settimane di navigazione e nessuna idea di sapere dove ci si trova. Sin dall’antichità i naviganti sanno leggere la latitudine grazie alla stella polare, ma il “problema della longitudine” è di ben altra natura. Più di un secolo dopo, Galileo Galilei scopre a Padova i satelliti di Giove, e si rende conto che un marinaio capace di osservare le eclissi di quei satelliti conoscerebbe la propria longitudine. Ma la sua immaginazione di genio è in anticipo di 350 anni rispetto alla tecnica dell’epoca. Impraticabile all’epoca in mare, sulla terraferma l’idea inaugura l’«epoca dell’immagine del mondo» che è la Modernità, e diviene realizzabile nell’era spaziale. Oggi l’idea del genio toscano e’ realizzata grazie ai sistemi satellitari globali per la geolocalizzazione. La costellazione europea di satelliti per la geolocalizzazione si chiama, per l’appunto, “Galileo”.
Ne parlano Alessandro De Angelis, professore di astrofisica all’Università di Padova e storico di Galileo, addetto scientifico alla Rappresentanza d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali, e Marco Falcone, Head del Future Navigation Department all’European Space Agency,
Modera l’incontro Alessandra Fiumara, addetto spaziale alla Rappresentanza Italiana presso le Organizzazioni Internazionali.
Verranno esposte riproduzioni di strumenti e documenti dell’epoca di Galileo.
evento in lingua francese
Evento organizzato con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali Parigi