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Com’è cambiata l’Italia? Le trasformazioni della lingua

STORIA / INCONTRO

Com’è cambiata l’Italia? Le trasformazioni della lingua

Prima dell’unificazione nel 1860, l’Italia è soltanto un concetto geografico e l’italiano non esiste come lingua nazionale. Se i dialetti persistono fino agli anni ‘40, in un paese in cui è ancora forte l’analfabetismo, la seconda metà degli anni ‘60 vede emergere una lingua condvisa, parlata in tutte le regioni e da tutte le classi sociali. Possiamo dire oggi, in linea con alcuni storici della lingua, che la lingua dominante è un italiano standard, fagocitato dagli anglicismi? Per comprendere al meglio la complessità di questa evoluzione linguistica, frutto di un secolo e mezzo di vita comune, abbiamo invitato Giuseppe Antonelli, professore di linguistica all’Università di Cassino, e Filippo La Porta, critico letterario. In Un italiano vero. La lingua in cui viviamo (Rizzoli, 2016) e Volgare Eloquenza (Laterza, 2017), Giuseppe Antonelli, che è anche conduttore della trasmissione radiofonica La lingua batte su RadioTre, seziona la nostra lingua di tutti i giorni e analizza le conseguenze politiche dell’impoverimento linguistico. Filippo La Porta è specialista di letteratura italiana contemporanea e di critica letteraria. Autore del Dizionario della critica militare, co-scritto con Giuseppe Leonelli (Bompiani, 2007), ha recentemente redatto un’antologia delle ultime metamorfosi della lingua parlata (Di cosa stiamo parlando, Enrico Damiani Editore, 2017).

 

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