
“Wakefield” è una novella di Hawthorne che, nel volgere di poche pagine, racconta di un uomo determinato a guardare la propria vita dal di fuori. Per farlo, il protagonista abbandona la famiglia prendendo alloggio nella stanza di una pensione che fronteggia la casa da cui è venuto via. Qui rimane per una ventina d’anni sino al giorno in cui decide di riattraversare la strada e ritornare dalla moglie, ormai spenta da una vedovanza data per certa, per ridare avvio al ménage di un tempo come se nulla fosse accaduto. Imprevedutamente, poi, questo viaggio partito da “Wakefield” ci condurrà sino alle Olimpiadi messicane del ’68 per raccontare una prodigiosa impresa sportiva (quella che portò Robert Beamon a stabilire un prodigioso record nel salto in lungo), e quindi, una tragedia dei nostri tempi da molti dimenticata e da pochissimi raccontata. Ed è in questa seconda e più cruciale parte dello spettacolo che tanto il testo quanto la pérformance assumono la loro più chiara identità.Col racconto di quel salto stupefacente e di quelle Olimpiadi riemergerà, infatti, anche la terribile storia dei lavoratori e degli studenti messicani sterminati nel quartiere di Tlatelolco a pochi chilometri dallo stadio in cui trionferà Beamon, e appena pochi giorni prima dell’apertura dei Giochi Olimpici.Una narrazione, dunque, ad ampio raggio proposta in scena dallo stesso autore, che con questo spettacolo debuttò nel 2009 al Teatro Argentina di Roma ottenendo uno formidabile successo, replicato in tutta Italia.
Spettacolo in lingua italiana