MURI – prima e dopo Basaglia
Testo e regia: Renato Sarti
Con Giulia Lazzarini
Musiche: Carlo Boccadoro
Produzione: Teatro della Cooperativa
Durata: 60′ – spettacolo sovrattitolato in francese
Finalista Premio Riccione per il Teatro 2009
Premio Anima 2012
Premio Le Maschere del Teatro Italiano a Giulia Lazzarini come miglior interprete di monologo 2015
In occasione del centenario della nascita dello psichiatra Franco Basaglia (1924-1980), il testo di Renato Sarti, magistralmente interpretato da Giulia Lazzarini, ci immerge nella realtà degli ospedali psichiatrici italiani prima dell’approvazione della legge Basaglia, il 13 maggio 1978.
Trieste, 1972. Avevo cominciato da poco a fare l’attore in un piccolo gruppo teatrale quando la direzione dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale ci concesse l’uso del teatrino situato nel comprensorio manicomiale. La condizione era che alle prove e agli spettacoli potessero avere libero accesso gli utenti. Tra questi c’era Brunetta, una ragazza lobotomizzata, che aveva marchiata sul volto tutta la violenza di cui le istituzioni sono capaci: pochi denti, occhi infossati, cicatrici sulla testa. Insieme a una parte del cervello le avevano tolto anche la capacità di camminare diritta e l’uso della parola. Ciondolava in avanti, tenendo le braccia a penzoloni, e si esprimeva a mugugni. Spesso si sedeva con noi alla ricerca di una sola cosa: l’affetto, che per anni le era stato negato, e ricambiava ogni nostra attenzione aprendosi in un sorriso che, nonostante fosse sdentato, era meraviglioso. Nel ’74 mi sono trasferito a Milano. Brunetta non c’è più da parecchi anni, ma i suoi sguardi e la sua storia fanno indelebilmente parte della mia.
Camicie di forza, sporcizia, ricorso massiccio (a volte letale) a docce fredde, psicofarmaci, pestaggi, elettroshock. Lobotomia. Questo era il manicomio prima dell’arrivo di Franco Basaglia: un sorta di lager in cui veniva perpetrata ogni tipo di coercizione. Con il suo intervento, il dialogo e il rispetto presero il posto della violenza, rendendo labilissima la precaria distinzione tra la “normalità” del personale preposto alla cura e la “follia” dei ricoverati; fra curanti e pazienti scattava una complicità all’insegna della comprensione e della condivisione della umana sofferenza.
Scritto in base alle testimonianze di alcune infermiere, e su tutte quella di Mariuccia Giacomini, Muri racconta della vita in manicomio prima e dopo la rivoluzione voluta da Franco Basaglia.
La protagonista riflette sulla sua esperienza trentennale di infermiera e lo fa con una nostalgia particolare, quela del poeta, quela che te sa tropo ben che non pol tornar, ma soprattutto con la lucidità di chi si rende conto che la straordinaria spinta di mutamento di quegli anni col tempo si è affievolita e rischia di finire inghiottita dall’indifferenza generale.
La legge Basaglia rappresenta uno dei punti più alti della storia della nostra democrazia. È stata una delle grandi conquiste di carattere sociale, umano e civile del nostro Paese. Dobbiamo conoscerla, difenderla, perché bisogna sempre riaffermare con forza che le lancette della storia non si possono e non si devono riportare indietro.
Renato Sarti
Lavora per sottrazione Giulia Lazzarini, signora della scena e attrice tra le predilette di Strehler, nell’interpretare l’infermiera protagonista di Muri, il monologo che Renato Sarti […] ha scritto raccogliendo testimonianze dirette su chi aveva lavorato all’ospedale psichiatrico di Trieste negli anni a cavallo dell’approvazione della legge 180. […] È un piccolo miracolo di spontaneità ed emozione quello a cui assistiamo. […] Uno straordinario percorso umano, e politico, incarnato da un’attrice che ci fa venire i brividi raccontandoci con sublime semplicità di quanto sia stata bella quell’avventura, e di come ora sembri lontana, soffocata, tradita.
Simona Spaventa, La Repubblica
Interpretato da una straordinaria Giulia Lazzarini. […] Uno spettacolo civile che non vuole essere facile agiografia di un uomo eccezionale […] e che ha in sé un insegnamento etico potente.
Magda Poli, Corriere della Sera
Una straordinaria prova di attrice diretta da un regista sempre attento ai temi della storia e del sociale. […] Un percorso di formazione plasmato da una generosità didattica d’altri tempi affidato alla strepitosa bravura di Giulia Lazzarini. […] Un lunghissimo applauso finito in una standing ovation per Lazzarini e per Renato Sarti.
Toni Jop, L’Unità
Più ricco di tante celebrazioni, il diario di Mariuccia Giacomini, trova voce e pieghe insinuanti, tra tenerezza, stupore e fierezza, nella bella lettura di Giulia Lazzarini, discretamente accompagnata dai cenni musicali di Carlo Boccadoro. Molta commozione da parte del pubblico, e anche dell’attrice. […]
Una lezione di civiltà anche attraverso i sentimenti più semplici, per raccontare una delle trasformazioni più complesse della nostra società.
Gianfranco Capitta, Il Manifesto