Proiezione del film “Passion selon Béatrice” (2024, versione originale), di Fabrice Du Welz
Alla presenza di Béatrice Dalle (s.r.)
Poetico e mistico, La Passion selon Béatrice rivela un’inedita Béatrice Dalle, dotata di un umorismo tanto tagliente quanto fragile, in viaggio attraverso l’Italia sulle tracce di Pier Paolo Pasolini: da Bologna a Ginosa, passando per Roma, Castel del Monte e la tristemente celebre spiaggia di Ostia, dove, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, il regista incontrò tragicamente la morte, a soli 53 anni.
A tratti bambina ferita e a tratti ogressa ridente, icona “destroy” e poetessa estrema di quella “vita pericolosa” evocata insieme a lei dal regista Abel Ferrara, Béatrice Dalle si racconta attraverso i dialoghi con Clément Roussier, parlando della sua passione per la poesia: quella di Pasolini, di Genet o di Céline — una poesia vissuta, intensa e ruvida.
Ritrovando i luoghi dei film e incontrando alcuni dei vecchi collaboratori del cineasta, il regista belga Fabrice du Welz (Calvaire, Adoration) firma con questo documentario ibrido, fuori da ogni schema, un doppio ritratto attento e appassionato: testimonianza di un cinema al tempo stesso sofisticato e autentico, traboccante di vitalità.