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L’editoriale di Dicembre del direttore Antonio Calbi

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6 dicembre 2023: mentre a Palazzo Reale di Milano si apre la mostra di fotografie di Patrizia Mussa, Teatralità – Architetture per la meraviglia (che dopo Matera, Palermo, Roma, approderà a Parigi nel 2025), il Galliffet presenta due libri appena usciti dalle tipografie: Claudio Strinati ci parlerà della sua Breve storia dell’arte mentre Annarosa Mattei di Cristina di Svezia, La regina che amava la libertà.
Sempre il 6 dicembre, a Gaborone, in Botswana, si riunisce il comitato Unesco per deliberare su nuove candidature. L’Italia è a quota 59. Taglieremo il traguardo dei sessanta riconoscimenti, fra patrimonio materiale e immateriale? In gioco c’è uno dei nostri patrimoni identitari più amati, il canto lirico. Io credo di sì, anche perché stranisce che il canto lirico, nato da Monteverdi e portato ai massimi fulgori da Verdi e Puccini, non lo sia ancora, considerate le altre forme di canto già riconosciute da Unesco.
Ecco perché abbiamo pensato di condividere con italiani e francesi l’apertura della stagione del Teatro alla Scala, che da sempre si tiene il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano.
Grazie alla Scala e alla Rai seguiremo in diretta il Don Carlo di Verdi, direttore d’orchestra Riccardo Chailly, regia Lluís Pasqual (già direttore dell’Odéon e regista che ha intrecciato alla sua storia a quella del Piccolo Teatro di Milano). Con una fetta di panettone e una coppa di bollicine ad accompagnarci nella visione e nell’ascolto guidati da Claudio Strinati.

Il giorno dopo, l’attrice Francesca Benedetti interpreterà Erodiade, fiammeggiante monologo scritto dal lombardo Giovanni Testori, autore di romanzi e testi teatrali, storico e critico d’arte, pure pittore egli stesso, intellettuale scomodo, di cui ricorrono i cento anni dalla nascita.
Da un suo racconto Luchino Visconti ha tratto Rocco e i suoi fratelli con Alain Delon, e fu proprio Testori a scrivere una biografia di Visconti, rimasta inedita, e che vi presenteremo il prossimo 8 gennaio, in una lettura di un altro grande interprete del teatro italiano, Umberto Orsini.
Il più grande amore di Testori è stato il fascinoso Alain Toubas, attore parigino trasferitosi a Milano dove ha aperto una galleria d’arte.
Francesca Benedetti è attrice di lunga carriera, avendo lavorato con i maggiori registi italiani, ma oltre a finissimo talento, superba tecnica, carattere e determinazione da erinni, ha pure una straordinaria sensibilità e intelligenza, insieme a una non comune cultura. Per lei Testori scrisse la parte della Ledi del Macbetto, nel quale divideva la scena con Franco Parenti. La serata sarà introdotta da Giuseppe Frangi, nipote di Testori e impegnato nel mantenerne viva la memoria e la lezione.

Da Milano ci spostiamo a Palermo accogliendo l’attore e autore Davide Enia, che mi pregio di aver lanciato alla fine degli anni Novanta, proprio da Milano, e seguito via via nelle sue tappe. Qui al Galliffet proponiamo un dittico: L’abisso e Maggio ‘43.
Il primo è il racconto di un’operazione di salvataggio in mare, al largo di Lampedusa, che vede impegnato un sommozzatore della guardia costiera italiana, in un monologo dove epica e etica si fondono: un esempio di teatro civile che scuote le coscienze, emoziona e ci induce a un supplemento di riflessione sul tema delle migrazioni nel Mediterraneo.
Il secondo è il racconto di un’altra tragedia, quella del bombardamento di Palermo da parte degli alleati da cui inizia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, lasciando il paese devastato dalle distruzioni.
Si tratta di due esempi di un teatro di testimonianza, che travolge e sconquassa.
Enia tornerà anche a luglio 2024, in occasione delle Olimpiadi, con un altro avvincente lavoro, Italia Brasile 3-2, ovvero la cronaca, questa volta in famiglia, della semifinale dei mondiali di calcio di Spagna 1980, vinti dall’Italia, che presenteremo in collaborazione con Dolce Vita sur Seine, il progetto curato dall’Associazione Palatine.
Tutti e tre sono assoli d’attore, autore egli stesso, accompagnato in scena dal musicista Giulio Barocchieri.

Ogni mese delle nostre programmazioni ha una propria immagine guida, un’opera d’arte o uno scatto legato a uno degli eventi. In novembre è stato Arlecchino-Soleri ad accompagnarci negli appuntamenti. Per dicembre avevamo scelto, mesi fa, Love Me_II, la “Pietà” scattata da Matteo Basilè, legandola in particolare alla tragedia dei naufragi di migranti nel Mediterraneo, testimoniato dall’Abisso di Davide Enia, in scena il 12 dicembre, e da Naufraghi senza volto di Renato Sarti e Cristina Cattaneo che presenteremo il 5 febbraio. Oggi questa pietà di un uomo dei nostri giorni, segnato da tatuaggi, mentre porta il corpo senza vita di un altro uomo, in una nudità fragile e inerme in riva al mare, ci pone davanti ancora una volta a tutte le tragedie innescate dalle guerre e dai conflitti, col pensiero a Israele e Palestina, senza dimenticare l’Ucraina.

Di impegno è anche la nuova ricerca che sta conducendo l’autrice e attrice Marta Cuscunà, artista residente al Galliffet, che ci presenterà, prima delle feste di Natale, un primo studio del nuovo lavoro sul “mentalismo femminista”.

“Torniamo al passato, sarà un progresso”, ha scritto Giuseppe Verdi. Da sempre perseguiamo il dialogo fra tradizione e innovazione. E se alla Scala va in scena il Don Carlo così come l’autore l’ha concepito, al Galliffet troverete otto letti con altrettanti personaggi dell’universo verdiano, intimi confessionali dove schiudere le proprie anime a uno spettatore per volta. Nuovo capitolo del “teatro per spettatore solo” del gruppo milanese Animanera, fra i più sorprendenti della scena italiana, per la prima volta in Francia. Ogni spettatore sarà accolto sul proprio lettino da Violetta, Aida, Lady Macbeth, Leonora, Otello e Jago, Rigoletto, Don Carlo, fino allo stesso Verdi, in “incontri ravvicinati” di pochi minuti. Ci si commuove o si resta attoniti, in questa esperienza che stravolge i codici della comunicazione teatrale e che, come le recenti tavolate delle Ariette, segnerà gli spettatori partecipanti.

Ancora musica con il duo Agosti-Sammicheli all’interno del ciclo realizzato in collaborazione con l’Accademia Chigiana che così tante sorprese ci va riservando e sempre con bella soddisfazione, nostra e del pubblico, come nel recente concerto del Trio Eidos.

Continua all’Entrepôt l’omaggio a Massimo Trosi, che ha raccolto ampio seguito con numerosi francesi increduli dell’averlo conosciuto così poco in vita. Ancora in mostra al Louvre le opere di Capodimonte, Fellini alla Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, Alice Rohrwacher al Centre Pompidou, Salvatore Sciarrino e Fanny & Alexander ospiti del Festival d’Automne.

Con questi ultimi appuntamenti si chiude il 2023 pronti a inaugurare un 2024 al Galliffet ancora più scoppiettante. Parigi ospita le Olimpiadi e ci stiamo preparando per presentarci al meglio in questa occasione mondiale che farà della Ville Lumière un palcoscenico ancor più vivace sul quale siamo tutti impegnati a riflettere sul presente e sul futuro, esercitando sempre il dovere, bellissimo, della memoria, grazie alle arti e alle diverse forme della conoscenza.

Buone feste a tutti!

Antonio Calbi