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Paolo Pellegrin: "Alpes"

 

Paolo Pellegrin:

PAOLO PELLEGRIN : "ALPES"

Mostra da lunedì 22 giugno a mercoledì 30 settembre 2020

Siamo particolarmente felici di proporre al pubblico francese questa mostra del grande fotografo Paolo Pellegrin, la cui inaugurazione vuole anche essere un segno di speranza dopo un periodo difficile e drammatico. Le Alpi di Pellegrin vanno lette come un invito al viaggio verso una natura con cui è più che mai necessario riconciliarsi. È questo il senso di una mostra, la cui realizzazione è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione del Forte di Bard e dell’agenzia Magnum Photos.

Paolo Pellegrin 

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Apprezzato come uno dei più grandi fotografi del mondo, Paolo Pellegrin è nato nel 1964 a Roma, città nella quale ha studiato architettura prima di dedicarsi alla fotografia. Tra il 1991 e il 2001 Pellegrin si lega all’Agenzia VU per poi entrare a far parte della prestigiosa Magnum Photos. Per dieci anni ha lavorato per Newsweek. Pellegrin è stato insignito di numerosi premi, tra cui il premio Robert Capa e il World Press Photo Award, che ha ricevuto in diverse occasioni. Nel 2006 è stato insignito della borsa W. Eugene Smith in fotografia umanista Nel corso di trent’anni di carriera, Pellegrin ha ritratto le problematiche del nostro presente, dalle guerre agli effetti del cambiamento climatico. Il suo lavoro lo rende uno dei testimoni più lucidi del nostro tempo e la sua personalissima visione della natura risuona con giustezza e precisione. Da novembre 2018 a marzo 2019, il Museo MAXXI di Roma ha ospitato la mostra di Paolo Pellegrin. Un’antologia che riunisce più di 150 opere del fotografo. Tra le sue pubblicazioni: Alps — Aosta Valley (Forte di Bard editore. Italie, 2019); Paolo Pellegrin, sous la direction de Germano Celant (Silvana Editoriale, Italie, 2018), Terre Spezzate (Contrasto, Italie, 2016); 100 Photos de Paolo Pellegrin pour la liberté de la presse (Reporters Sans Frontières, France, 2013); Paolo Pellegrin (Kunstfoyer der Versicherungskammer Bayern, 2012); Dies Irae (Contrasto, Italie, 2011); Photo Poche (Actes Sud, France, 2010); As I Was Dying (Actes Sud, France, 2007); Double Blind (Trolley, UK, 2007); Kosovo 1999-2000: The Flight of Reason (Trolley, USA, 2002); L’au-delà est là (Le Point du Jour, France, 2001); Cambogia (Federico Motta Editore, Italie, 1998), Bambini (Sinnos, Italie, 1997).

Eppure, colui che dal 2001 lavora con la prestigiosa agenzia Magnum Photos non è solo un ottimo fotoreporter, è qualcosa di più e di diverso: è un artista. I suoi scatti, infatti, sono sempre animati da un’intenzione, una forza, una poesia che vanno ben oltre la semplice testimonianza. Grazie al suo sguardo acuto e profondo, egli sa cogliere la verità nascosta delle cose ed evocare universi reconditi, in nome di una conoscenza più complessa che scardina certezze e luoghi comuni, invitando a guardare il mondo lungo linee di fuga assolutamente non scontate. E ciò è ancor più evidente nelle foto che si confrontano con la natura, la sua bellezza e le sue ferite, foto che costituiscono una dimensione del suo lavoro forse meno conosciuta, ma non per questo meno significativa.

La mostra Alpi

Proprio a questo versante meno noto dell’arte di Pellegrin appartengono le ventidue immagini che compongono la mostra « Alpi » proposta dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Scattate tra le montagne innevate della Valle d’Aosta, queste splendide fotografie disvelano un mondo alpino tutto in bianco e nero, fatto di contrasti di luce e materia, di prospettive insolite e ingannevoli, di tracce effimere in continuo movimento. Raccontano un mondo alpino ieratico e silenzioso, sospeso nella sua invernale e minerale alterità.

Come sappiamo, anche quando appare inviolata, l’immagine della natura è sempre una costruzione culturale, i cui contorni nascono dallo sguardo degli uomini che vi cercano ciò che desiderano o ciò che temono. Consapevole di tale vincolo indissolubile tra natura e cultura, il fotografo nato a Roma nel 1964 rivela nei suoi scatti una montagna astratta e sfuggente, e tuttavia dotata di una concretissima evidenza che ne svela tutta la forza misteriosa, inaccessibile e distante. Una montagna che incute timore e contemporaneamente esercita un fascino potentissimo, che domanda rispetto e invita alla scoperta. Questo ci dicono le sue immagini con la loro forza e bellezza, confermando ancora una volta il talento indiscutibile di un fotografo capace di esprimersi al di là di ogni categoria e frontiera, sorprendendo chi guarda e spingendolo alla scoperta di nuovi orizzonti.

Questa mostra fa parte del ciclo « Un jardin de culture » : un mese di eventi nel giardino dell'Istituto Italiano di Cultura di Parigi. 

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Contatto Stampa Istituto italiano di cultura 

Giulia Gentile

giulia.gentile@esteri.it 

+33 1 85 14 62 61


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